Kalter Krieg

di tabata
Io non so che cosa vi abbiano raccontato ma sono quasi certo che sia una montagna di cazzate.

Niente di ciò che per mesi si è detto in giro era mai completamente vero, perché alla gente piace inventarsi le storie. Ma soprattutto gli piace crederci. A rileggere adesso i giornali di un anno fa, sembrava che la cosa fosse stata organizzata a tavolino e che tutti e due fossero d'accordo a fingersi quello che non erano per guadagnare più soldi e recuperare quel po' di attenzione mediatica su cui non avevano ancora messo le mani.

Se fosse stato così, noi non saremmo in questa situazione.

E forse ci saremmo anche divertiti del resto. A reggergli il gioco, intendo. Se la casa discografica avesse deciso, di punto in bianco, che la punta di diamante della Erguterjunge dovesse spacciarsi per uno a cui piacevano i ragazzi, tutta la crew si sarebbe aggregata di conseguenza.

Con un po' di perplessità, magari. Un po' molta.

D'accordo, forse ci saremmo incazzati; ma non ci sarebbe stato di che sorprendersi. Siamo rapper: siamo brutti, sporchi, cattivi ed etero. Cos'avevamo a che fare noi con un ragazzino effeminato che cantava finto rock pre-adolscenziale? Cos'aveva a che fare Bushido con lui, con suo fratello e con tutta quella banda di mocciosi?

Il punto però non è questo. Il punto è che se fossimo stati messi al corrente, se avessimo dovuto discuterne e avessimo potuto dire la nostra, allora nessuno di noi si sarebbe sentito preso per il culo. E invece no. Invece siamo stati gli ultimi a saperlo, insieme a tutta la Universal.

Quindi no, non fu una cosa organizzata.
E io c'ero, per cui lo so meglio di qualunque giornalista che ebbe la voglia e il modo di scrivere di Bushido e di Bill in quel periodo.

Potrei dirvi che, di quando in quando, l'idea che qualcosa non stesse girando per il verso giusto c'era venuta e passeremmo tutti per persone un po' più furbe. In realtà, nessuno si accorse di niente.
Bill ci è passato non so quante volte sotto il naso, nascosto in camera da letto mentre tutti quanti noi eravamo in salotto a vedere la partita, in casa di Bushido. E lui un mese sì e uno no spariva e - se anche uno solo di noi avesse avuto una sorella dell'età giusta - avremmo scoperto che se ne andava sempre dov'erano loro, i Tokio Hotel.

Avremmo dovuto sospettarlo, d'accordo.

Ma sinceramente, voi lo avreste fatto? Da uno che ha passato metà della sua vita a porsi come un gangester del ghetto e l'altra metà a girare video con più figa che ritornello, voi vi aspettereste che all'improvviso decida di cambiare sponda?

Ve lo dico io: no.

E' per questo che nessuno di noi si è mai chiesto perché Bushido partisse nel cuore della notte, per raggiungere mete a noi sconosciute. Né perché quel ragazzino che sembrava una femmina, avesse improvvisamente così tanto spazio tra un testo e l'altro delle sue canzoni.

Non ce lo siamo mai chiesto perché non avevamo motivo di credere che Bushido avesse una relazione con Bill Kaulitz.

Questo finché Saad non entrò in sala registrazione incazzoso come una scimmia a cui hanno appena bruciato il culo e dichiarò solennemente che suo cugino era impazzito.

Dunque, le cose andarono piu' o meno in questo modo.
Io, Eko e gli altri siamo allo studio di registrazione e Bushido non c'é, anche se non ricordo bene dove si trovi. Fatto sta che Saad entra e sta già imprecando.

Saad è uno che se gli dai la possibilità ti tira giù tutti i santi, non solo quelli cristiani ma anche i profeti musulmani, quelli ebrei e, avendo tempo, un gran numero di dei egizi. Alle volte è troppo scurrile perfino per noi. Comunque, lo lasciamo fare e lo seguiamo con lo sguardo mentre si aggira per la stanza urlando improperi. Quando vedo che forse un po' si è calmato, gli chiedo: "Atze, che diavolo succede?"

E Saad mi dice che Bushido ha perso la testa e si è messo a fare dichiarazioni in televisione. Chiedo delucidazioni e lui mi dice: "Toh, guarda da solo," si appropria del computer e cerca su You Tube. I ragazzi si affollano tutti intorno a noi e attendiamo che il filmato finisca di caricarsi. Qualche attimo dopo, Bushido è seduto su quel divano e dice che vuole un pompino da Bill Kaulitz.

In un primo momento, nessuno dice niente. Quando succedono cose come questa, che il capo della tua etichetta, quello che dovrebbe un po' rappresentare l'immagine del gruppo e tutto dice una cosa simile, tu inizialmente non è che t'incazzi subito. Cerchi di capire. In un qualche modo stonato ti rendi conto che non puoi semplicemente sparare a zero come se Bushido fosse il primo coglione che passa per strada. Non getti merda così, a caso. Quindi li sento, tutti, che si spostano a disagio alle mie spalle. Eko finge un colpo di tosse.

Noi tutti sappiamo chi sia Bill Kaulitz.

Da un paio d'anni a questa parte, se vivi in Germania e hai un paio d'orecchie non puoi non conoscere Bill Kaulitz. Neanche se vivi su un albero e non possiedi un televisore; sicuramente qualche ragazzina invasata passerà sotto il tuo ramo e ti dirà chi diavolo é.

La sua apparizione nelle nostre vite, Bill Kaulitz l'ha fatta due mesi prima di quel filmato, ad una festa della Universal. Era con suo fratello, se non ricordo male. Noi invece eravamo tutti insieme e, come un branco di coglioni, in massa gli abbiamo sbavato dietro tutta la sera. Ci abbiamo messo due ore a capire che era un ragazzino, un po' di più per superare il trauma. Eko, per dire, non si è ancora ripreso del tutto.

Da quella festa, però, niente. Voglio dire, lui i suoi video, noi i nostri. Nient'altro. Certo non ci aspettavamo di risentire il suo nome in bocca a Bushido, in quel modo poi.
"Lo avete sentito," dice Saad. "Era lì seduto e mi spara fuori la vaccata senza neanche prendersi il fottuto disturbo di avvertirmi prima." E non è che puoi dargli torto se è un po' alterato. Insomma, non le prendi bene queste cose se sei costretto anche a reggere il gioco per non sfondare la faccia a tuo cugino davanti alle telecamere.

Dal momento che nessuno dei miei compagni si azzarda a dire una parola che sia una, provo ad avanzare l'ipotesi che forse voleva soltanto fare lo spiritoso. "Lo sai come fa, no?" Cerco di risultare poco colpito dalla faccenda ma la verità è che non lo so nemmeno io come fa. Sono uno degli ultimi arrivati, dovrei avere il diritto di starmene in silenzio e attendere che gli altri che lo conoscono da più tempo lo difendano, trovino una giustificazione, adducano delle spiegazioni razionali. E invece no, tocca a me dare un senso a quell'uomo. Che, per dire, mi fa anche piacere ma - cazzo - mi dessero un po' una mano...

"Io conosco mio cugino," sbotta Saad. "Lo so quando scherza. E non stava scherzando."

"Ragioniamo Saad, con tutta la figa di cui si circonda ogni giorno, per quale motivo dovrebbe volere una cosa del genere da un maschio," io in questo momento vorrei davvero aver accettato quel posto da magazziniere l'anno scorso. In questo modo starei scaricando furgoni invece di discutere sui gusti sessuali di un tunisino. "In diretta nazionale, per di più."

Saad si lascia andare su una sedia e guarda fisso davanti a sè, tanto che ad un certo punto comincio a pensare che non si senta bene. Sono un po' a disagio, lo ammetto. Mi volto a cercare supporto e quei bastardi mi lasciano a piedi. Eko sta addirittura leggendo! Tutti che fingono di fare qualcos'altro. Grazie.

"Saad, scusa? Ma lui dov'é?" Chiedo.

"Sono qui," risponde Bushido, entrando in quel preciso momento. "Devo mancarvi di brutto quando vado via! Bambini non piangete, papà è tornato."

In questo stanzino si sta compiendo un dramma epocale e lui entra tranquillo, come se non fosse lui la causa della pressione alta di suo cugino. Lo guardiamo tutti senza dire una parola.

"Beh?" Chiede, guardandosi intorno. Le facce su quei divani sono tutto un programma. L'occhio gli cade sul computer ancora acceso. E lo vedo sorridere in maniera così stronza che mi viene pure da ridere. "E io che volevo trovare un modo carino di dirvelo!"

A questo seguono due o tre secondi di agghiacciante silenzio.
Non so se avete idea di quello che è appena avvenuto. Bushido ha fatto una battuta che non fa ridere. Non fa ridere proprio per un cazzo, non quando siamo tutti qui a chiederci se è frocio o meno, e quanta credibilità perderemo nelle prossime ventiquattrore perché lui spara cazzate in televisione. Quando la situazione è simile e qualcuno fa una battuta di merda, tu tendenzialmente gliele tiri di santa ragione. Oppure lo mandi a fanculo, perché è quello che si merita.

Bushido non lo possiamo mandare a fanculo.

Quindi stiamo zitti. Stiamo zitti e ci guardiamo le unghie, perché non c'è altro da fare.
E la cosa finisce clamorosamente lì perché così com'è entrato, così si siede e si mette a lavorare al nuovo singolo. In quel momento, a nessuno viene in mente che cosa ne pensi Bill Kaulitz della faccenda.

Bushido con Bill, è sempre stato così: normale.
Qualunque cosa lo avesse spinto a cambiare sponda, lui dava l'impressione di non essersi mai chiesto perché. L'aveva saltata e basta, e tanti saluti. In questo senso, per lui, ho sempre provato un profondo rispetto. Non so se avrei avuto il coraggio di alzarmi una mattina e decidere di fare quello che ha fatto lui. Voglio dire, all'inizio anche a me sembrò una grande stronzata ma poi, cazzo, lo vedevi con Bill e ti rendevi conto che qualcosa c'era.
E anche se non eri finocchio, un po' ti veniva da chiederti se non ne valesse la pena.

A me veniva.

Per un certo periodo mi sono chiesto quando fossero iniziate le cose tra Bushido e Bill Kaulitz, quale fosse il momento preciso in cui quei due si erano trovati a condividere qualcosa. Ho poi saputo da Bill che quando Bushido fece quella dichiarazione, loro se la intendevano già da un po'. Anche se Bill non ha detto proprio così, perchè lui ha un modo tutto suo di discutere di queste cose.

E allora ho capito una cosa.
Bushido è sempre stato un tipo che le questioni le prendeva di petto.
Se era convinto di un'idea, una qualsiasi, e pensava si trattasse della svolta che avrebbe cambiato il corso degli eventi, non te la presentava come una possibilità. Te la presentava e basta, perchè di solito non c'era altro da dire. Era già pronta, l'aveva già confezionata lui e a te non rimaneva che scartarla, aprirla e vedere cosa c'era dentro; e di solito poi, andava tutto secondo i piani.

Bushido aveva questo potere di fare esattamente quello che doveva essere fatto; che non era automaticamente la cosa giusta: era solo la cosa giusta da fare in un certo momento. Quindi io credo che quando si sedette su quel divano e chiese a Bill un pompino, sapeva perfettamente che si sarebbero incazzati tutti - forse perfino Bill - ma sapeva di doverlo fare. Sapeva che quello era il momento di fare una cosa simile.

E di dircelo in quel modo.

In fondo, se ci avesse presi tutti da parte - come in un consiglio speciale delle Giovani Marmotte - e ci avesse spiegato che era innamorato perso di un uomo, lo avremmo preso per il culo fino alla terza generazione. E ne avremmo avuto il diritto, perchè tu alla crew non dici così neanche se stai con una femmina, figuriamoci con maschio.

Si comportò da rozzo e da coglione, come ci saremmo aspettati da lui in una situazione che non coinvolgesse Bill Kaulitz. E lo fece perché noi capissimo quanto era serio. Saad lo capì subito d'altronde. E noi dopo qualche mese.

Ora come ora, se mi chiedessero che cos'avvenne e quando, non saprei ricordarlo.
Io so solo che ad un certo punto, Bill è diventato un argomento di discussione costante insieme ai testi da scrivere, alle promozioni da fare e a Fler che, isterico, ci sputava veleno addosso per essere sicuro che non ci dimenticassimo di lui tra un premio e l'altro che vincevamo alla faccia sua.

Quando dico che Bill era un argomento di discussione, mi riferisco a liti furiose, non ad amabili discussioni tra pasticcini e té tunisino. Una in particolare me la ricordo bene perchè ero convinto che Saad e Bushido sarebbero venuti alle mani.

Io arrivo che loro due stanno già litigando. Eko mi apre la porta della casa di Atze e mi dice soltanto: "Ci risiamo, lui e quel fottuto ragazzino."

Io entro, ho con me la birra e l'appoggio sul tavolo della cucina. Intanto ascolto cosa si dicono dal salotto. A quanto pare Bill ha richiesto la presenza di Bushido a due stati da qui. E lui stanotte parte, con un album da promuovere e quattro esibizioni da fare. Saad è furioso, come al solito: d'altronde non lo vedo calmo da settimane. "Tu non puoi mollarci così."

"Non sto mollando nessuno," dice Bushido. Lo scorgo attraverso la porta aperta. E' in piedi vicino alla finestra ed è calmo quanto Saad si sta agitando. "Prenderò il primo aereo domenica pomeriggio e sarò qui in tempo per esibirmi sul-"

"Non me ne fotte un cazzo se prendi il fottuto aereo domenica pomeriggio! Cristo!" Lo interrompe Saad. "E' questa storia di merda che non ha senso."

"Questa storia di merda sto cercando di gestirla."
Qui avrebbe potuto dire che sono cazzi suoi e non lo fa. E io che sto ancora togliendo le birre dalla busta del supermercato penso che è una grande prova da parte sua.
La crew viene prima di tutto, se non ammettesse neanche questo potrebbero esserci problemi.

"Non la gestisci proprio per un cazzo," replica Saad. "Se la gestissi avresti mandato quel ragazzino a fanculo molto tempo fa."

"Non permetterti di dirmi che cosa devo fare, Saad."

Saad ride, che è un po' il suo modo di avvertirci tutti che ha perso l'ultimo barlume di lucidità mentale. "Dovremmo stare tutti zitti alla corte di sua maestà, allora?" Chiede.

Bushido si massaggia le tempie. Mi dirigo verso il salotto e incrocio la gente che ne esce e mi viene in contro. Vedo Kay One scuotere la testa. Mi dice "E' pazzo" a mezza voce. Io ascolto.

"Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto."

"Non le hai dette tu, Anis. Le ho dette io," replica Saad. "Ti stai comportando da stronzo e prima o poi finiremo tutti quanti nella merda per colpa della tua fottuta Principessa. Se ci avessi detto subito che ti piaceva scopare gli uomini, ci saremmo risparmiati la fatica di stare dietro alle tue idiozie del cazzo!"

A quel punto io penso che Bushido lo attaccherà al muro e lo pesterà a sangue, perché ha quella faccia, quella di quando non gliene importa un cazzo se finirà in galera per averti spaccato tutte le ossa. Lo fa comunque. E' capitato giusto due mesi fa che qualcuno dicesse due parole sbagliate in una discoteca.

Quello che Saad ha detto non sono esattamente due parole sbagliate. E' tipo far notare a Bushido che è una testa di cazzo. Ora, al tizio della discoteca lo hanno ricoverato d'urgenza in terapia intensiva. A Saad non so cosa succederà. Un'altra volta mi ritrovo in prima fila ad assistere mentre gli altri dietro fingono di essere altrove. Qualcuno stappa una bottiglia di birra e il tappo fa un rumore tremendo. E' Eko, sicuramente.

Siamo tutti lì col fiato sospeso. Mi sporgo quasi in avanti, che sarebbe una bella figura di merda, se permettete. Tre secondi, e poi Bushido ghigna. Dio, ci credete? Ghigna e gli dice la cosa più fuori di testa in assoluto. Lo guarda ridendo e gli dice: "Le mie idiozie del cazzo ti pagano le ville, le feste e la scuola della bambina. Se le mie idiozie del cazzo non ti piacciono, sai dov'è la porta."

E la discussione finisce lì; cioè non c'è più storia.
Saad può solo uscire dalla porta o stare zitto. E sceglie di stare zitto, che a mio avviso è anche la scelta migliore. Comunque in tutto questo, e si parla di mesi ormai, noialtri Bill Kaulitz lo abbiamo visto solo sulle copertine di Bravo.

Col tempo, i ragazzi cominciarono a chiedersi che tipo fosse, perché dalla televisione non ne usciva fuori benissimo. Ogni volta che passavano un suo video o una sua intervista, ci mettevamo sempre dieci minuti a capire che non era una donna. A vederlo, come si muove e come sorride, Bill sembra una checca. E questo non era un punto a favore di nessuno, quando questa storia è iniziata. Nè nostro, nè suo. Se almeno fosse stato un po’ più maschile; non lo so, in realtà.

Bill non puoi sapere com’è fatto finché non lo conosci di persona.
La gente crede che, siccome è tanto grazioso, sia anche clamorosamente stupido come certe bionde che sculettano sui palchi di mezzo mondo. Lo pensavamo anche noi. E invece no. Bill sa esattamente quello che vuole e fa di tutto per ottenerlo. Se n’è fregato di noi che lo prendevamo per il culo dalla mattina alla sera, e di tutta la gente che lo odiava, accusandolo di aver rovinato Bushido. Bill ha sempre scrollato le spalle. E a chi lo accusava di stare insieme a Bushido solo per pubblicità, ha risposto presenziando al suo funerale nonostante fosse pericoloso. Nonostante nessuno lo volesse lì. Quando hanno calato in terra la bara, piangeva. E sfido chiunque a trovare lacrime più sincere delle sue, quel giorno.

Io Bill l’ho conosciuto prima di tutti gli altri, quando Bushido mi chiese di andarlo a prendere all’aeroporto perché lui non poteva. La curiosità della crew, quando tornai agli studi il giorno dopo, era oltre i livelli di guardia. Io lo so che quanto sto per dire non fa del bene né a mé ne agli altri ragazzi, voglio dire loro - ma anche io - ci terrebbero a passare per un gruppo di duri, ci terrebbero a farci una figura un po' meno di merda di quanta non ne abbiano già fatta in tutto questo periodo con Bushido che ama Bill e il resto, ma dal momento che ho promesso a Bill di essere sincero mentre racconto, devo dire la verità.

Quel giorno, io lascio Bill di fronte a casa di Bushido alle dieci spaccate perché questi sono gli ordini che ho ricevuto. E sono precisi. Quando Atze mi ha detto al telefono quello che dovevo fare - compreso il pagare di tasca mia la cena di uno che sembra anoressico ma, vi assicuro, non lo è per niente - mi ha pure informato che se non glielo riportavo puntuale non avrei visto la luce di domani. E io non mi azzardo a ritardare neanche di un secondo, anzi parto parecchio in anticipo: ho la sua macchina, il suo ragazzo; vorrei evitare di finire ingessato solo perché ho trovato traffico sui viali.

Saluto Bill e recupero la mia auto, e intanto penso che è stata una gran sorpresa.
Non so cosa mi aspettassi di preciso ma di certo non è quello che ho trovato: Bill è simpatico. E nonostante le frecciatine che mi ha tirato tutta la sera, è molto facile parlare con lui. Come se lo conoscessi da sempre. Forse comincio a capire cosa ci veda Bushido in quel ragazzino. A parte che quando lo guardi, in qualche modo, ti disturba qualcosa dentro.

Quando il giorno dopo apro la porta degli sudi di registrazione, sono ancora immerso in un ragionamento tutto mio che vede un po' troppo Bill Kaulitz per i miei gusti. E quelli mi assalgono.

"Che tipo è?"

"Sei stato ben attaccato al muro, Chaku?"

Sollevo lo sguardo e ce li ho tutti lì davanti, in formazione a ventaglio. E mi guardano come se possedessi le chiavi dell'universo. Perfino Saad è curioso, anche se lui se ne sta seduto sul divano e fa finta che tutto ciò non gli interessi affatto. Io mi tolgo il giubbotto. "E' un essere umano," annuncio alla fine.

"Che cazzo significa!" Esclama Kay One, che è rimasto in tensione fino a quel momento.

"Ma è un maschio o una femmina, alla fine?" Mi chiede Eko, con quella faccia da topo che si ritrova. E io giuro che sbatto gli occhi perché a volte davvero non so come comportarmi con lui.

"E' un maschio, Eko," esclamo esasperato. "Mi pare che questo lo avessimo chiarito mesi fa!"

"Beh, beh non si sa mai!" Proclama lui, agitando la bottiglia di birra che tiene per il collo e guardando di fronte a sè. "Potrebbe essere una femmina che è diventata maschio."

"E' un maschietto," ripeto scuotendo la testa.

"E tu come lo sai? Glielo hai visto nelle mutande?" Replica lui, stizzito.

A parte che mi agghiaccio. Un po' perchè non ho assolutamente voglia di vedere cosa ci sia nelle mutande di Bill Kaulitz, un po' al pensiero che se anche ne avessi voglia probabilmente non vivrei abbastanza per raccontarlo, una volta scoperto. "E' una pertica," rispondo a quel cretino del mio compagno di crew. "Sarà un metro e 87, tipo. Non ci sono donne così."

"Ecco, vedi!" Mi indica con la bottiglia, sparge birra. E lo odio perché ho su le scarpe nuove che costano quanto l'ultima rata dell'auto.

"Vedo, cosa, deficente?" Ribatto, mentre afferro un tovagliolo di carta che c'è sul tavolo e me lo passo sui pantaloni.

"E' altissimo. Quindi forse non è una donna diventata un uomo," esclama, colto dall'illuminazione di un qualche dio minore. Quello che lo tiene misericordiosamente in vita, probabilmente. "E' un uomo che si è fatto donna!"

"E tu sei evidentemente un coglione senza speranza!" Ritorco, tirandogli uno scappellotto sulla testa rasata. "E' solo un ragazzino molto effemminato. Punto."

In quel momento si apre la porta. Anzi, s'è già aperta prima, solo che non ci abbiamo fatto caso. Ci facciamo caso quando Bushido ci guarda tutti uno per uno come se volesse darci fuoco. "Quel ragazzino effeminato prima o poi lo porto qui," dice. "E voi lo conoscerete."
E ci abbiamo pure fatto una gran figura di merda, aggiungerei.

Prima o poi, sono due settimane più tardi, quando meno ce l'aspettiamo: durante la partita.
Io credo che ci voglia una grande quantità di sadismo per decidere di portare il proprio ragazzo a conoscere i tuoi amici quando non dovresti avere un ragazzo e i tuoi amici sono impegnati ad urlare all'arbitro che è un cornuto e che sua madre si fa scopare da un gran numero di animali da fattoria.

Bushido è sadico, evidentemente.

L'idea è quella di riunirsi tutti a casa di Bushido per vedere l'ultima di campionato. Il che, tradotto, significa: divano, casino, cibo e birra. Pacifico, per noi. Bushido ci dice che arriverà più tardi, di fare come a casa nostra. Le chiavi le abbiamo.

Le abbiamo sì. Le ha Saad, in effetti.

Siamo arrivati alle cinque, ci siamo svaccati. E quando la porta si apre, Eko è in piedi sul divano senza le scarpe, Kay One sta imprecando contro ogni singolo giocatore della squadra avversaria e io sono piegato in due a terra a maledire quell'accidenti di portiere che se n'è fatta scappare una così.

Voglio dire, quello non è il giorno per portarsi Bill Kaulitz a casa.

Bushido entra per primo e saluta: non se lo caga di pezza nessuno, perché abbiamo appena subito ed è un offesa che prendiamo sul personale. Ci stiamo lamentando come prefiche perché non possiamo finire il primo tempo sull'1-0 per loro. "Abbiamo un ospite," dice.

La parola ospite riesce ad attraversare anche i nostri cervelli ottenebrati dalla partita. Alziamo tutti lo sguardo e ci fermiamo lì dove stiamo. Bill è un passo dietro a Bushido e si guarda intorno con aria spaesata. Io l'ho già visto, a me non fa effetto ma per gli altri è come assistere alla comparsa di una creatura mitologica. Il Bill Kaulitz.

Bushido lo spinge avanti e lui fa due passi incerti. Ci guarda tutti e poi sorride. Non è il sorriso sicuro di sé che gli ho visto fare quando all'aeroporto c'ero soltanto io. E' un sorriso più tenero, più dolce e quasi spaventato. "Ciao," dice soltanto, agitando la mano con le dita divaricate. A quel gesto vedo Saad che chiude gli occhi ed inspira, chiedendo a Dio di dargli la forza suppongo.

Bill è così... fuori dal ghetto.

Quando nessuno risponde, abbassa la mano e anche lo sguardo. Mi chiedo se si senta incredibilmente stupido come mi sento io per tutti gli altri, mentre me ne sto qui per terra e lo fisso. Lo vedo fare un passo indietro, sembra voler sprofondare in Bushido che gli sta alle spalle e sembra bloccargli ogni via di fuga. Mi alzo da terra e gli sorrido. "Hey, quanto tempo!" Esclamo. E spero che quei rincoglioniti dietro di me si diano una svegliata.

Bill si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi guarda, con gli occhi grandi spalancati. "Già. Cha...kuza, giusto?" Mi dice.

Annuisco. "Vieni, ti presento gli altri," lancio un'occhiata a Bushido e lui mi fa un cenno positivo con la testa. Bill mi segue, io non lo tocco. Lo vedo che si volta verso Bushido una volta ma poi mi ascolta. "Questo è Kay One."

"Ciao, Bill." Gli afferra una mano alla nostra maniera, Bill è un po' frastornato ma cerca di ricambiare la stretta.

"Eko Fresh." Il topo gli fa un cenno con la testa. Bill alza di nuovo la mano. Non posso fare a meno di pensare che sia tenerissimo e mi viene in mente la figlia della mia vicina di casa, quando ero più piccolo e sua madre la costringeva a giocare con noi. Quando le presentavo i miei amici era esattamente così. "E Baba Saad."

Saad non si muove. Rimane lì a fissarlo e io non capisco cosa gliene venga a fargli così soggezione. "E' un po' burbero," sussurro per finta all'orecchio di Bill e lui ride.

"E' un piacere conoscerti," dice, un po' più convinto.

Il disagio è comunque palpabile. Il suo, il nostro. Nessuno sa dove guardare e Bushido non ci aiuta per niente perché, come al solito, lui crede che tutto questo sia normale semplicemente perché a lui va così. Anzi, sparisce pure in cucina. "Bill, vuoi qualcosa da bere?"

"Abbiamo solo la birra," fa notare Eko.

"La birra andrà bene," esclama Bill.

Di nuovo silenzio. Bill guarda sempre per terra, o le sue scarpe. Noi invece, guardiamo lui perché è una specie di attrazione. E' una cosa nuova, in qualche modo. Ci siamo perfino dimenticati della partita. Ha addosso dei vestiti che mi turbano, seriamente. Non ho idea di come ci sia entrato dentro perchè quei pantaloni sono stretti. O non ha le ossa, oppure non è umano. E anche la maglia è due taglie più piccola di quello che dovrebbe essere. Quattro o cinque se prendiamo il nostro abbigliamento come termine di paragone.

Ha un po' di pancia scoperta.
Credo sia questo il motivo per cui Saad è diventato verde. Le uniche persone che girano con la pancia scoperta dalle nostre parti sono le ballerine vestite da zoccola dei nostri video. O le danzatrici del ventre nei locali tunisini in cui Bushido ci trascina. Il fatto che quella stella stia sopra un bacino maschile lo sta turbando profondamente.

Turba chiunque in quella stanza.

Bushido torna e gli porge la bottiglia di birra già stappata. Bill se la porta alla bocca e come ci appoggia intorno le labbra sento Kay One trattenere a stento una risatina. Eko gli va dietro e ridono come due ragazzini deficenti, neanche avessero dodici anni. E non dovrebbero farlo, che poi viene da ridere anche a me. Bill diventa rosso, allontana la bottiglia dalle labbra e guarda a terra. Non ha neanche bevuto.

Eko ridacchia ancora. Provo a tirargli una gomitata, così mi distraggo. Lo prendo pieno nelle costole e almeno smette di ridere. Bushido ci guarda tutti come se si aspettasse che risolviamo la cosa tra di noi. Ci suggerisce soltanto di spostarci tutti quanti in salotto a vedere la partita, così finisco schiacciato sul divano tra il bracciolo e Bill che si tiene la birra sulle ginocchia e non guarda nessuno.

Il fatto è che finché lo abbiamo insultato e abbiamo fatto ogni tipo di congettura su di lui mentre non c'era, andava bene. Ora che ce lo abbiamo seduto sul divano e non è nè la diva isterica nè una specie di zoccola al maschile ma un ragazzino che ha dieci anni meno di noi, non è così facile dargli addosso. Il problema è che Bushido magari ha qualcosa in comune con lui - non so cosa, per dio - ma noi come crew, cosa dobbiamo farcene?

Abbiamo un modo tutto nostro di stare insieme. Di solito ci prendiamo a male parole e urliamo e facciamo casino; qua nessuno ha il coraggio di urlare più nemmeno contro l'arbitro perché Bill è seduto sul divano e tiene le ginocchia così strette che sembra un'educanda. Vorrei dirgli di lasciarsi un po' andare, che l'ho sentito imprecare, che io lo so che è un maschio e che è un essere umano ma penso che sarebbe un po' stupido farglielo notare.

La tortura di questa partita dura più di quello che pensavo, ma arriva il momento di ordinare la pizza, di mangiare. A mangiare la gente è più amichevole; almeno io la penso così. Quando sono arrivato alla ErGuterJunge, proprio dentro intendo, quando mi hanno fatto il contratto. Bushido mi ha invitato a cena e c'erano anche gli altri. Ed è stato facile conoscerli, perché mentre mangi, viene naturale parlare di cazzate.

Bill siede accanto a Bushido, ma anche accanto a me. Sembra che degli altri non si fidi, il che è ancora più tenero. "Guarda, mangia," mi sussurra Eko. Mi giro verso di lui lentamente e basito. Sono senza parole. La mia faccia dev'essere abbastanza esplicativa, perchè aggiunge in fretta. "Voglio dire, è normale!"

"E cosa pensavi che facesse?"

"Non lo so, che si agitasse, un po' così sai?" Mi fa il verso di uno che muove le braccia in maniera sconclusionata. Credo voglia indicare una persona omosessuale particolarmente palese, ma gli viene fuori la brutta imitazione di un tarantolato.

Lo guardo, apro la bocca per dire qualcosa e non so nemmeno cosa. "Eko, è gay non epilettico!" Esclamo, proprio nel momento in cui tutti gli altri si zittiscono e nella stanza si sente solo la mia voce. Mi guardo intorno e desidero ardentemente di avere con me una vanga per sotterrarmi. Sono quasi certo che i pavimenti della casa di Bushido siano fatti di marmo pregiato ma posso ben scavare anche lì se mi si dà una buona motivazione.

Bill mi sta guardando e non riesco a decifrare la sua espressione. Alla fine inghiotte il pezzo di pizza che stava masticando e si pulisce la bocca col tovagliolo, educatamente. "Io non sono gay," dice con tutta la calma di questo mondo; che detto da uno truccato con kajal e matita e le unghie con la french manicure, diciamo che è un po' un azzardo. La tavolata si zittisce. Cosa gli dici ad uno così? Guarda, forse ti sei confuso, tu sei gay. "A me piace soltanto Anis," dice.

E lì capisco che cos'è che hanno in comune lui e Bushido: ti impongono la loro visione delle cose. Ed è quella giusta, porca puttana. Bill è seduto qui, a questo tavolo, ed è timido, sperso, si sente fuori posto - anzi, lo è! Perchè lui qui, davvero, non c'entra niente - eppure ti dice che gli piace Bushido. E te lo dice come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non ci fosse un bel nient'altro da dire a quel punto. Può non capire un cazzo di tutto il resto ma lui una cosa la sa: che gli piace Anis, e quello ti dice.

Anche se è seduto ad una tavolata piena di rapper che lo prendono in giro per come si veste, si trucca e beve a bottiglia. Anche se è solo contro noi tutti qui, senza nemmeno Bushido che lo appoggia perché lo ha lasciato praticamente a nuotare da solo in questo acquario di piranha. Lui ce lo dice. E non perché sia scemo, ma perché sa che le cose stanno così e noi non ci possiamo fare un bel niente.

Cazzo, è vero.

"Nemmeno io ero mai riuscito a zittirli in questo modo," Bushido ride, per metà orgoglioso e per metà divertito. "I miei complimenti."

Lì vedo Bill sorridere, lo vediamo tutti. Ed orgoglioso anche lui: di se stesso e di Bushido. Spero che lo sia anche un po' di noi, che alla fine non ce lo siamo mangiati vivo proprio per niente. China la testa graziosamente in un mezzo inchino.

E io penso che la nostra Principessa sia appena salita al trono.

La Principessa sul trono c'è rimasta più di un anno.
Fin quando Eko non mi chiama alle quattro del mattino e io mi sveglio con la precisa idea di strangolarlo non appena vedo il suo numero sul cellulare.

E lo farei. Mi vestirei, prenderei la macchina e salirei su fino a casa sua per stringergli le mani intorno al collo se la prima cosa che mi dicesse non fosse: "E' morto."

"Quando?"

"Due ore fa."

E io non trovo niente da dire se non "Bill, lo sa?"

Sento Eko sospirare, non so se di dolore o esasperazione. "Era da lui," mi dice.
E io non mi fermo a chiedermi perché Bushido fosse a casa di Bill la notte in cui avrebbe dovuto battersi con Fler. Mi chiedo come stia Bill perché so già che da qui in poi nessuno sarà lì a dargli una mano. Morto lui, Bill non conta un cazzo.

E a me questa cosa non va giù. "Dov'è?"

"Chi?"

"Bill."

"Cristo, Chaku! Bushido è morto e mi chiedi di quel fottuto ragazzino?" Mi sbraita Eko. "Chi se ne frega di dove cazzo è. Chiediti piuttosto dove sia quello stronzo di Fler che ha premuto il grilletto. Due colpi ha sparato. Due, il bastardo! Kay lo sta già cercando."

Allora gli urlo di dirmi dove cazzo è Bill e mi risponde il nome di un ospedale, così posso riattaccargli in faccia. Bill lo trovo che fissa il vuoto, nella sala d'aspetto. Bushido in sala operatoria c'è arrivato già morto e a lui non lo fanno entrare a vedere il cadavere. La signora Luise Maria è dentro, sento le urla. Con lui c'è Tom che gli tiene la mano, ma è come se non vedesse niente. Quando entro si gira però, mi guarda e poi scoppia a piangere.

Quella notte lo abbraccio per la prima volta.

La Principessa sul trono c'è rimasta più di un anno.
E per quanto mi riguarda c'è seduta anche adesso, perchè non posso fingere che Bill non abbia mai fatto parte della vita della crew solo perché Bushido è morto. Purtroppo non è così per tutti. Per dirne una, il corpo di Bushido non era ancora freddo quando Saad ha dichiarato che voleva Bill fuori dai piedi immediatamente. E io ho pensato che non potevamo, che lui l'ha visto morire, che fino a ieri mangiava con noi. Solo che, a quanto pare, conto quanto lui, o poco più. E non ce n'è uno che mi dia ragione, qui.

Il funerale è oggi, e c'è un casino di gente. E mi viene da pensare che Atze sarebbe stato contento: i sudditi del King of Kingz ci sono tutti, anche quelli che forse avrebbero dovuto evitare di presentarsi.

Bushido era ateo ma sua madre no, quindi il funerale è una sfarzosa cerimonia cristiana. Ci sono centinaia di gigli ovunque. La signora Luise è vicina alla fossa vuota e la reggono in tre - c'è il padre di Bushido ma c'è anche Saad che la stringe forte sotto un braccio perché lei continua a lasciarsi cadere a terra. Piange così forte che sembra che non respiri e mi chiedo se abbia mai smesso da quando l'ho vista in ospedale. Adorava suo figlio. Ha in mano un fazzoletto nero tutto stropicciato. Continuo a fissarlo perché se guardo lei sto male. E' come se provasse troppo dolore. Forse si sfalderà sotto le dita di chi la sta sostenendo e di lei non rimarrà più niente dopo questo giorno.

Dietro di lei, come un corteo di avvoltoi, ci sono i pezzi grossi della Universal. Quasi tutti, almeno. In pochi sono venuti a piangere la perdita di un uomo. Sono molti di più quelli che stanno già calcolando quante volte possono ristampare l'ultimo album e farlo viaggiare sull'onda del mito: il rapper dalla vita sregolata, morto per un regolamento di conti.
Ne ho visti abbastanza di funerali come questo per sapere come vanno le cose.

Noi, l'Erguterjunge al gran completo, siamo dall'altra parte della fossa. Siamo una grossa macchia nera di dolore e di rabbia. Sento Eko, accanto a me, tirare sul col naso di tanto in tanto ma non piange. Al funerale di un atze non si piange, si odia: il bastardo che l'ha ucciso, l'ultimo giorno che l'ha visto in vita e anche la fossa vuota che attende il cadavere.
Guardo Saad e cerco sul suo viso tracce di un dolore che fatica a mostrare. La sua espressione è indecifrabile, tesa e scura. Da quando è successo non parla molto. Credo che sia il suo modo di affrontare la cosa. Io ho dovuto distruggere parecchi oggetti: in casa mia non c'è più un soprammobile.

Fler non si è più visto.
So che Kay lo ha cercato per ore quella maledetta notte; ha battuto ogni strada ma senza successo. Quelli dell'Aggro Berlin lo proteggono, ovvio. L'avremmo fatto anche noi se le cose fossero andate al contrario. Sido però è qui, e nessuno gli ha detto di andarsene. E' un segno di rispetto, dicono. L'Aggro Berlin rispetta il Re. L'Aggro Berlin rispetta un compagno, un collega e un avversario. Sono solo cazzate. Sido è qui per coprire quello stronzo di Fler e per non coprire di merda tutta la loro fottuta etichetta.

Per la polizia, Fler non c'entra perché la sua pistola non ha sparato. Non hanno prove, dicono. Ma chi altri poteva essere se non lui? Bill dice che c'era qualcuno sotto casa quella notte, che Bushido l'ha visto in faccia ma non ha fatto nomi. Non sa altro, guarda solo il vuoto. E non abbiamo avuto le palle di chiedergli nient'altro dopo che la polizia lo aveva tenuto dentro per ore. Suo fratello, sua madre, il suo manager hanno creato una cortina di protezione intorno a lui. Non ci fanno avvicinare. Non mi fanno avvicinare. Non ci vogliono.

Bill arriva a bordo di un Mercedes nero, tirato a lucido. E' una macchina enorme che occupa metà della strada e, quando si ferma, lo sanno tutti chi scenderà. Lo aspettavano. Vedo i giornalisti correre per essere i primi a piantargli in faccia le macchine fotografiche non appena metterà piede fuori. Sputerei in terra se non fossimo su un campo santo.

Prima di Bill scende suo fratello Tom. Poi la guardia del corpo che gli apre la portiera. Bill è magrissimo, sembra ancora più magro del solito. cammina fiero e diritto ma è stretto tra le spalle e nella giacca a tre quarti che gli pende addosso come se fosse stata inventata per lui. Anche oggi, se non ci fossero centinaia di persone morbosamente incuriosite dal fatto che è un maschio, tutti penserebbero che c'è una ragazza sotto le lenti scure e il cappellino.

Suo fratello lo accompagna fino al limitare dell'erba, poi gli stringe una spalla e lo lascia andare da solo. Cammina fiero e diritto e non guarda nessuno. Stringe una calla bianca tra le dita. Lo guardano tutti e nessuno muove un dito. Ci sono solo i flash dei fotografi che lo seguono finché possono, finché il servizio di sicurezza non li rispedisce indietro: ma hanno già quello che vogliono. Ed è un pezzo di Bill al funerale di Bushido. Ricordo quanto hanno ricamato su quello che c'era tra loro, adesso mi chiedo quanto inventeranno su quello che invece non c'era.

Lo perdo di vista per un istante, mi aspetto di vederlo ricomparire ma non succede. E allora capisco: non lo stanno facendo passare. Se ne stanno in piedi e fingono di non vedere che sta cercando un varco per coprire i sei metri che lo separano dalla tomba della persona che ama. Non dice una parola. Non chiede niente, come non ha mai chiesto niente. Non ha mai voluto veramente infastidire nessuno, eppure sembra quasi che sia colpa sua.

Sido è qui. Sido che spalleggia l'omicida. Sido che non rappresenta soltanto l'Aggro Berlin, ma anche Fler; lui è qui e nessuno ha detto niente. Perchè la morte nel ghetto si giustifica in qualsiasi caso, l'amore invece... beh, quello evidentemente bisogna passarlo al vaglio. Sempre.

"Che pezzi di merda," sibilo ad Eko, che è il solo lì di fianco che può sentirmi. Ma lui ovviamente guarda in terra, come tutti gli altri non crede che Bill dovrebbe essere qui. E allora vaffanculo anche a lui. Bushido lo avrebbe voluto vicino, loro lo sanno perfettamente.
Faccio una corsa fino a raggiungerlo. La gente guarda anche me adesso, bene. Sono qui per reggere gli sguardi che Bill da solo non può sopportare. Non lo tocco, gli faccio soltanto spazio perché lo so che non vuole crollare, non vuole sembrare un bambino. O una donna.

Vuole arrivarci in piedi in fondo al vialetto.

Lo scorto passo dopo passo. Sento i mormorii della gente che si chiede cosa ci faccia lui qui. C'è chi anche davanti al cadavere di Bushido ha la faccia tosta di fare battute su di lui e sul fatto che era la fidanzata. Le ha fatte anche Saad, cazzo. Ha detto che non voleva la vedova a piangere sulla bara del cugino. Mi giro a cercarlo ma non so dove sia sparito.

Bill mi ringrazia in un sussurro quando lo porto fuori dalla massa di gente e lo lascio davanti alla fossa. Le lacrime che gli scendono sulle guance io le vedo bene. E sono chiare e corpose, e crudelmente vere. Non ho idea di cos'abbia provato a vederselo morire davanti. E vorrei poter fare qualcosa.

Il prete lo guarda ma non dice niente. La cerimonia è lenta e impersonale. Quell'uomo non sa niente di Bushido, ma non importa. Va bene così. Le sue parole al vento mi danno modo di pensare a quello che Bushido era davvero, come me lo ricordo io. E probabilmente non andrà in paradiso, e non andrà neanche all'inferno. Lui non ci credeva. Diceva che per le settanta vergini del Corano, non aveva bisogno di crepare, gli bastava aspettare il backstage di un concerto.

La bara nera la calano lentamente, un pezzo alla volta. E per ogni centimetro che affonda, sento che mi sale la rabbia. E le lacrime anche, cazzo. La mano di Bill trema, la vedo da qui.
Quando il prete finisce, la prima ad avvicinarsi è la signora Luise. Getta un po' di terra sulla bara e poi fa una cosa bellissima perché alza lo sguardo di fronte a sè e annuisce a Bill.

La calla finisce sulla bara un attimo dopo.
Il re è morto, ora.

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